giovedì 26 marzo 2009
Newman, il cardinale che amava Milano
Convegno all'Università cattolica con i massimi esperti
Newman, il cardinale che amava Milano
L'iniziatore dell'«anglocattolicesimo» vi soggiornò tra il 20 settembre e il 23 ottobre 1846: «Bella e semplice»
Si apre oggi all'Università Cattolica di Milano, con un saluto del rettore Lorenzo Ornaghi, e si chiuderà domani sera alle 18 con la messa del cardinale Dionigi Tettamanzi (presso la Cappella del Sacro Cuore) il convegno internazionale su John Henry Newman (1801-1890), il religioso inglese che ebbe l'onore della porpora nel 1879 e diede vita al «Movimento di Oxford», iniziatore dell'«anglocattolicesimo». Oggi la sua figura torna di attualità nelle grandi questioni sulla fede e sul primato della coscienza. Newman, nel 1846, soggiornò oltre un mese a Milano.
Il convegno di Milano su Newman è uno dei più importanti sul cardinale inglese: la prima relazione oggi sarà tenuta da Jeremy Morris, di Cambridge, e non mancherà domani quella di Paul Chavasse, postulatore della causa di beatificazione. Ci sarà, tra le italiane, tedesche e inglesi, anche quella di Inos Biffi, autore della prefazione all'ultimo libro delle opere complete di Newman, in corso di pubblicazione presso Jaca Book: Benedetto, Crisostomo, Teodoreto (pp. 280, e 28). Biffi qui parla proprio del soggiorno meneghino del cardinale, tra il 20 settembre e il 23 ottobre 1846. Nel suo diario c'è molta serenità, anche se non mancano lamentele climatiche: «ancora pioggia» (12 ottobre), «ancora tempo brutto» (16 ottobre), «tempo brutto» (18 ottobre»). Giunge in Lombardia passando dal Sempione e il giorno successivo (21 settembre) visita Sant'Ambrogio; purtroppo, nell'attesa di trasferirsi a San Fedele, è costretto ad alloggiare in un primo tempo nel non confortevole Hotel Garni.
Newman gira per Milano, osserva, è entusiasta dello stile italiano fatto di «semplicità, bellezza, chiarità». A San Lorenzo nota «che la gente si levava il cappello dall'altra parte della strada quando passava»; del Duomo scrive: «È l'edificio più incantevole che abbia mai visto. Se si va per la città, i suoi pinnacoli assomigliano a neve luminosa contro il cielo blu». Lo attrae la liturgia ambrosiana ma non la musica. E poi le grandi presenze lo accompagnano: Sant'Ambrogio, San Carlo, Sant'Agostino. Visita San Satiro, Sant'Eustorgio, si spinge sino a Monza ma non riesce a incontrare Manzoni e Rosmini («lui non sa parlare latino e io italiano»). La Jaca Book, pubblicando finalmente tutte le sue opere, farà scoprire anche un fine osservatore oltre che un grande teologo.
Armando Torno
26 marzo 2009
http://milano.corriere.it/milano/notizie/arte_e_cultura/09_marzo_26/john_henry_newman_convegno_universita_cattolica-1501120906424.shtml
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento