"IN NOMINE PATRIS". IL LATINO TORNA A S. AMBROGIO.
Dal prossimo fine settimana messa con rito pre-conciliare. L'autorizzazione è stata concessa dal cardinale.
Per una volta alla settimana a Legnano tornerà la messa in latino. Dopo i tentativi dello scorso anno, il cardinale Dionigi Tettamanzi ha ufficialmente autorizzato la celebrazione con rito pre-conciliare nella chiesa di S. Ambrogio. La prima funzione è in programma sabato 18 alle 17:30; dalla settimana successiva l'appuntamento sarà invece ogni domenica alla stessa ora.
In tutta la diocesi solo un'altra chiesa può vantare questa opportunità: quella di S. Rocco al Gentilino a Milano, dove però la messa in latino si tiene da oltre vent'anni sempre su concessione della Curia.
La novità sta destando un certo clamore negli ambienti religiosi, legnanesi e non. Perché il ritorno alla vecchia liturgia divide.
E' stato un gruppo di fedeli di varie parrocchie della zona che si riconoscono nel "Movimento Liturgico Benedettiano" (il riferimento è al papa) a presentare nei mesi scorsi una formale richiesta per avere messe in latino. Richiesta che è stata accolta con il sì prontamente divulgato dal sito internet "Rinascimento sacro".
"Siamo contenti - ha fatto sapere uno dei portavoce del gruppo - che siano state comprese le nostre motivazioni e la nostra serietà. Il nostro non è un discorso nostalgico, ma di fede. Crediamo infatti che un avvenimento solenne come la messa richieda un linguaggio altrettanto solenne poiché c'è una valenza misterica e simbolica che deve essere riscoperta. Non critichiamo la riforma liturgica, ma come è stata applicata."
Di più: "Crediamo in una continuità tra la vecchia liturgia e quella attuale attraverso una terza via. C'è d'altra parte chi vorrebbe un ritorno netto al passato; chi, per così dire, è progressista; e chi, come noi, è per una conciliazione fra vecchio e nuovo. In ogni caso vorremmo sgombrare il terreno da eventuali luoghi comuni: non siamo una setta e la messa in latino è peraltro indicata come forma straordinaria dallo stesso papa Benedetto XVI."
A Legnano tempi e modi della funzione (che sarà cantata) sono stati ovviamente stabiliti dalla Curia milanese: a officiare sarà monsignor Attilio Cavalli in base al messale del 1954 edito dal cardinal Schuster.
I tratti principali del rito pre-conciliare sono il fatto che il sacerdote rivolge le spalle ai fedeli e che il rito della comunione avviene in ginocchio: letture, vangelo e omelia sono invece in italiano. Per aiutare la comprensione a chi non conosce il latino, saranno a disposizione traduzioni con testo a fronte.
MA LAICI E RELIGIOSI RESTANO DIFFIDENTI
Ad averla richiesta è un gruppo abbastanza ristretto, che è stato però capace di addurre motivazioni forti, condivisibili, convincenti. Così almeno pare, visto che, dopo un lungo periodo di valutazione, la Curia milanese si è espressa favorevolmente. Eppure a Legnano la messa in latino, guardata con diffidenza dalla maggior parte dei laici, non sembra entusiasmare i sacerdoti. In verità nessuno di quelli intervistati ha espresso un parere chiaro: c'è chi ha preferito trincerarsi dietro un prudente ma eloquente "non so cosa dire", chi ha abbozzato solo qualche frase e chi, invece, ha lasciato intendere che, di fronte a una decisione "calata dall'alto", c'è poco da fare.
Sono tante, le motivazioni che destano qualche dubbio fra i sacerdoti come fra i laici: prima fra tutte, la non conoscenza del latino da parte della gente comune. E poco importa che durante le celebrazioni saranno disponibili libretti con il testo italiano a fronte, perchè "se ci si deve concentrare sulla traduzione, si rischia di perdere di vista il senso più profondo della messa". Qualche anziano, opportunamente, fa notare che sino a quando le celebrazioni erano in latino, la maggior parte dei fedeli partecipava alle stesse "biascicando" qualcosa in una lingua che non era né italiano, né latino, ma probabilmente il dialetto parlato dalla gente comune, "condito" con qalche desinenza "us" o "um", tipica del latino. Meglio l'italiano, dunque, se si vogliono evitare gli strafalcioni di un tempo.
Ma c'è anche chi va al di là del problema della lingua: "Dietro questa richiesta che la Curia alla fine ha accordato - commenta uno studente di teologia - io intravedo più motivazioni politiche che teologiche e un'influenza dalla Francia, dove vige un laicismo forte e dove non esiste un cattolicesimo di popolo come da noi. Credo, ma questa è solo una mia opinone, che anche la Curia, prima di accogliere l'istanza, abbia avuto qualche perplessità". Ma questo bisognerebbe chiederlo al cardinal Tettamanzi: ciò che, invece, è certo, è che nei numerosi incontri effettuati sulla questione con monsignor Manganini, arciprete del duomo di Milano, i sacerdoti legnanesi hanno avuto una posizione critica. Comunque sia, che la domenica la chiesa di S. Ambrogio accolga una messa in latino non è erto cosa da osteggiare: anzi, parteciparvi almeno una volta potrebbe rivelarsi un'esperienza arricchente.
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Da "La Prealpina" del 12.10.2008
mercoledì 15 ottobre 2008
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